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QUALI SONO I DRONI INOFFENSIVI

Vediamo di fare chiarezza sul termine “inoffensivo” che tanto manda in confusione molti piloti di UAS.

Con i continui cambiamenti normativi, che in effetti potrebbero essere meno criptici, si corre spesso il rischio di fraintendere quello che il legislatore intendeva.

Sappiamo che EASA, su mandato della Commissione europea, ha redatto una serie di “consigli” che poi hanno assunto la forma di Regolamento europeo una volta che il Parlamento europeo l’ha deliberato.

Sulla base di approfonditi ragionamenti da prte di esperti del settore, è stato deciso, a nostro avviso giustamente, di cancellare qualunque distinzione tra hobby e lavoro, dividendo le operazioni di volo a seconda del rischio intrinseco.

Ecco quindi nascere le tre categorie OPEN, SPECIFIC, CERTIFIED, con rischio intrinseco crescente. Le OPEN, studiate per un uso semplificato, sono state ulteriormente divise in sottocategorie A1, A2, A3, a seconda della massa del drone e della situazione logistica in cui lo stesso opera.

EASA ha anche stabilito che gli UAS, i droni, devono avere delle esatte specifiche tecniche (raccolte nel Regolamento 2019/945) contraddistinte da un marchio apposto dal costruttore sul drone. Tali marchi sono C0, C1, C2, C3, C4, C5, C6.

I droni classificati come C0, così come quelli immessi sul mercato prima del 2024 con un peso inferiore a 250g, sono quelli che, per motivi di energia trasferita in caso di impatto, risultano essere a rischio più basso, e spesso sono erroneamente definiti sui social media come “inoffesivi”.

Come stabilito dal Regolamento europeo 2019/947, in ogni nazione ci deve essere una piattaforma online che funga da riferimento sia per quanto riguarda le informazioni necessarie al volo, sia per quanto riguarda l’identificazione dell’Operatore del drone (che ricordiamo può essere lo stesso Pilota o una terza persona).

Da noi questa piattaforma, che dovrebbe e dovrà interagire con le piattaforme degli altri Stati membri di EASA, si chiama D-Flight e ha una sezione dedicata alla registrazione del drone, dove c’è la possibilità di identificarlo come “inoffensivo”.

Attenzione, nonostante molti pensino che questo abbia a che fare con il famoso limite di massa al decollo inferiore a 250g, non è così.

La confusione nasce dalla decisione della nostra Autorità nazionale, ENAC, di identificare anni fa come “inoffensivi” i droni con particolari specifiche tecniche che li limitassero anche ad una massa inferiore a 300g (i cosiddetti trecentini), caratteristiche da dimostrare con adeguata documentazione.

È in pratica un concetto simile ai droni C0, ma in realtà dal punto di vista normativo italiano non sono la stessa cosa, quindi attenzione quando si registra un drone nella propria flotta su D-Flight, perché nonostante i nuovi droni minori di 250g possano sembrare “inoffensivi”, bisogna sempre fare riferimento alla normativa vigente, e quindi “burocraticamente” i droni C0 e quelli minori di 250g introdotti sul mercato prima del 2024 non sono “inoffensivi”. 

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